L’inquinamento e i cambiamenti climatici non fanno che acuire le differenze sociali che rendendo sempre più profondo il divario tra i popoli in via di sviluppo e i paesi più ricchi.
L’impatto dei cambiamenti climatici non è da sottovalutare perché influisce direttamente sull’ambiente, sulla biodiversità e anche sulla biodisponibilità di alcune materie prime e risorse.
Nelle aree in cui la desertificazione avanza, le popolazioni sono afflitte non solo da problematiche quali la malnutrizione, ma anche dalla presenza di situazioni politico, sociali e sanitarie instabili che incentivano i flussi migratori.
I cambiamenti climatici, in questo quadro, sono da intendersi come l’ennesimo fattore che si unisce a quelli elencati finora, che rende più complesso l’accesso ai beni di prima necessità quali cibo e acqua.
Ciò avviene, in particolar modo, nell’ambito di comunità più fragili che si caratterizzano per un’economia basata principalmente sulla sussistenza.
Cosa sono i cambiamenti climatici: cause e conseguenze
I cambiamenti climatici sono un fenomeno che deriva dal riscaldamento globale. Nella loro analisi, il punto di riferimento è rappresentato dai modelli meteorologici che riguardano la Terra sul lungo termine.
Generalmente, tra i parametri valutati ci sono:
- la temperatura che influisce sullo scioglimento dei ghiacciai;
- il livello del mare che influisce sulla salinizzazione del suolo nelle fasce costiere;
- la mancanza di precipitazioni che aumenta i periodi di siccità e favorisce la desertificazione;
- l’eccessiva violenza di fenomeni meteorologici che possono distruggere raccolti e aggravare problematiche quali la malnutrizione.
Come è noto, nel corso del tempo, si sono avvicendati periodi caldi a periodi glaciali. Tali cicli geologici hanno conosciuto mutamenti significativi negli ultimi 150 anni che coincidono proprio con l’avvento dell’era industriale. In questo periodo, infatti, abbiamo assistito a un aumento più veloce e progressivo delle temperature rispetto alle epoche scorse.
Le cause del cambiamento climatico sono da ricercare in ciò che tutti noi conosciamo come effetto serra.
A questo punto è necessaria una puntualizzazione in quanto bisogna distinguere tra l’effetto serra naturale e l’effetto serra antropico.
Quando parliamo di effetto serra naturale parliamo di particolari condizioni atmosferiche che rendono possibile la vita sul pianeta. La presenza di vapore acqueo e biossido di carbonio consente di trattenere il calore della radiazione solare. Senza l’effetto serra naturale la temperatura della Terra si attesterebbe intorno ai -18° C.
L’effetto serra antropico, invece, è ciò che altera l’equilibrio dell’effetto serra naturale, attraverso l’emissione di gas dovuti, per esempio, all’utilizzo dei combustibili fossili.
Se da un lato il petrolio, il carbone e il gas naturale sono stati decisivi per il progredire tecnologico della nostra società, dall’altro lato causano maggiori emissioni di CO₂, di metano e di protossido di azoto.
Non solo l’industria, ma anche altre attività umane come la stessa agricoltura sono causa di ulteriori fenomeni, come la deforestazione, che contribuiscono ulteriormente al riscaldamento globale.
In termini percentuali, oggi registriamo circa il 40% di CO₂ in più rispetto all’inizio dell’era industriale. Possiamo concludere affermando che l’attività antropica ha influito sul riscaldamento della superficie terrestre con un impatto innegabile.
Quest’ultimo è conseguenza di fenomeni che influenzano direttamente il clima e le condizioni di degrado ambientale.
In base a quanto detto non è difficile capire il perché delle politiche intraprese a livello nazionale, europeo e in ambito internazionale che mirano alla riduzione dei livelli di biossido di carbonio all’interno dell’atmosfera.
Migrazione forzata per cause ambientali e cambiamenti climatici
I cambiamenti climatici, il riscaldamento globale e la desertificazione sono tre fenomeni correlati che rappresentano non solo un problema di natura ambientale, ma che hanno un impatto sociale, in particolare sulle popolazioni più vulnerabili.
In Africa sono responsabili di vere e proprie emergenze la cui conseguenza si concretizza in flussi migratori interni, verso paesi come l’Uganda, ed esterni, verso l’Europa, dettati dalla ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro.
In un continente ancora dilaniato da epidemie come HIV ed Ebola, a cui si unisce anche l’attuale emergenza sanitaria riguardante il Covid 19, la mancanza di accesso all’assistenza sanitaria rende l’aspettativa di vita alla nascita, in alcuni casi inferiore ai 55 anni.
Altro problema è l’accesso ai vaccini e alle cure per la popolazione pediatrica. L’Africa Subsahariana è tra le aree che mantengono tassi di mortalità infantile tra i più elevati al mondo. Tra le principali cause di morte ci sono le complicanze alla nascita, la nascita prematura, polmonite, diarrea, malnutrizione e malattie infettive.
Ciò costringe le popolazioni, vista anche l’instabilità politica che caratterizza molti paesi africani, la crisi alimentare dovuta all’impoverimento del suolo e a fattori climatici fuori controllo, a migrazioni forzate.
Amref Italia e il suo aiuto verso paesi del terzo mondo
Tra le No profit operanti in Africa, Amref Italia porta il proprio contributo in alcune aree del continente per migliorare la qualità della vita dei soggetti più vulnerabili, quali donne, bambini e anziani.
Attraverso un’azione costante, che coinvolge non solo i privati cittadini, ma anche aziende, l’organizzazione opera nel difficile compito di rendere le comunità oggetto dell’intervento autonome e autosufficienti e di dare il proprio contributo per tutelare i bambini poveri in Africa.
Tutto ciò attraverso l’istituzione di alcuni pilastri attraverso le quali si cerca di far progredire le comunità locali attraverso:
- istruzione;
- sanità e miglioramento delle condizioni igieniche;
- tutela dell’infanzia;
- diritti delle donne;
- accesso a fonti di acqua potabile.
In Africa, il cambiamento climatico è la causa di una vera e propria catastrofe. I fenomeni meteorologici imprevisti, la desertificazione e la salinizzazione delle aree costiere hanno spinto 23 milioni di persone in situazioni di insicurezza alimentare acuta. In termini percentuali parliamo dell’80% del totale di persone che nel mondo soffrono la fame proprio a causa degli effetti dei cambiamenti climatici.
Da sempre vicino alle popolazioni più fragili della Terra, Amref Italia si fa portavoce di una linea di azione che mira proprio a rendere autonome le comunità attraverso l’accesso a una sanità più equa, accesso ai vaccini per debellare condizioni di mortalità infantile dovute a malattie, quali per esempio la polio.
L’impegno continua con la tutela dell’infanzia attraverso percorsi di educazione e formazione affinché i più piccoli possano avere accesso all’istruzione. Non meno importante la lotta quotidiana per assicurare la parità dei diritti e una maggior sensibilizzazione sulla tematica dei diritti delle donne, compreso quello alla salute, spesso minato da mutilazioni genitali e violenze.
Inoltre, attraverso percorsi formativi si mira a formare personale sanitario che possa servire le comunità locali e in particolar modo le future mamme.
foto: www.amref.it
Impegno di NWG Energia con Amref Italia
Come abbiamo detto Amref Italia offre la possibilità alle aziende di fare la loro parte contribuendo a un futuro più equo e sostenibile. NWG Italia è schierata accanto a Amref Italia per sostenere progetti che rendono l’acqua accessibile alle popolazioni.
Nel dettaglio, finanziamo la realizzazione di pozzi d’acqua in Kenya che vengono intestati agli Energy Broker che si sono distinti attraverso il conseguimento di determinati obiettivi.
Le donazioni ci hanno permesso di portare acqua potabile alle comunità locali tramite la realizzazione di 87 pozzi.
Non solo, abbiamo voluto contribuire a porre un freno alla mortalità infantile attraverso la donazione di vaccini. È noto a tutti, infatti, che in Africa alcune malattie, completamente debellate nel nostro paese, rappresentano ancora una minaccia letale per molti bambini, che vivendo sotto la soglia di povertà non hanno la possibilità di avere accesso alle cure.
Superare il quinto anno di vita senza vaccini, infatti, possiamo definirlo un vero e proprio evento fortuito. In particolar modo, in un paese come l’Uganda, che risente di flussi migratori interni, provenienti da paesi politicamente instabili come il Sud Sudan e la Repubblica del Congo, le vaccinazioni sono fondamentali per proteggere non solo le comunità di locali, ma anche i rifugiati.
Nel dettaglio, la partnership tra Amref Italia e NWG Energia ha permesso di donare vaccini per tutelare la salute degli abitanti dell’insediamento di Rhino, che accoglie prevalentemente migranti provenienti dal Sudan.
L’Uganda è un paese che ha introdotto una politica di accoglienza tra le più aperte, posizionandosi come il secondo paese nel mondo che accoglie il maggior numero di rifugiati.
Tuttavia, questo aspetto ha avuto un impatto ambientale notevole, che ha influito anche sulla maggior diffusione di epidemie dovute alle scarse condizioni igieniche e il mancato accesso all’acqua potabile.
In tal senso, la presenza di Amref Italia è stata fondamentale per fornire supporto medico ai locali e ai rifugiati attraverso la gestione del centro sanitario e la formazione di personale medico.
Scopri maggiori informazioni sulla partnership NWG e Amref.
Ricerca sui cambiamenti climatici
La ricerca sui cambiamenti climatici è in costante aggiornamento, affinché si possano stabilire strategie a livello internazionale per contrastare efficacemente questo fenomeno.
Se la tendenza al riscaldamento prosegue, seguendo la tendenza che abbiamo visto affermarsi tra il 2010 e il 2020, le temperature potrebbero aumentare ulteriormente di 3°C-5°C entro la fine del secolo con esiti disastrosi.
L’impatto sarebbe notevole prima di tutto per gli ambienti costieri, perché il riscaldamento globale comporterebbe lo scioglimento progressivo delle calotte polari che porterebbe a sua volta a un innalzamento dei livelli del mare, con inondazioni più frequenti.
Inoltre, i cambiamenti climatici rendono i fenomeni meteorologici più estremi, per cui assisteremo a tempeste a cui potrebbero seguire lunghe ondate di siccità e di calore, che potrebbero mettere in pericolo gli ecosistemi boschivi.
Tali fenomeni sarebbero riscontrati in maniera non omogenea su tutto il globo, rendendo di conseguenza alcune parti del mondo più esposte al rischio di migrazioni, malnutrizione e povertà.