Le politiche di controllo dell’energia e dell’inquinamento sono sfociate in cambiamenti strutturali dell’economia. Attraverso le applicazioni delle normative per il controllo dell’inquinamento, si è constatato che è possibile far crescere l’economia senza deteriorare la qualità dell’aria.
Tuttavia, questi mezzi possono essere insufficienti per ridurre l’inquinamento in molte regioni del mondo. Per attuare un’azione concreta bisognerebbe far confluire in un unico indirizzo i controlli sull’inquinamento: unendoli a politiche sull’energia, sul clima, sui sistemi di produzione agricola e sulle abitudini di consumo umano, si potrebbe apportare un drastico miglioramento alla qualità di vita attraverso un miglioramento dell’aria a livello globale.
Con la giusta politica è possibile ottenere condizioni più favorevoli all’interno delle nostre città e ridurre le particelle emesse dalle attività di origine antropica. Una migliore gestione dell’inquinamento atmosferico garantirebbe una migliore qualità dell’aria ed eviterebbe milioni di decessi all’anno.
Inoltre, aderire a misure che consentono di rendere l’aria più pulita a loro volta permetterebbe di ridurre le emissioni di gas serra così da contribuire agli obiettivi di sviluppo sostenibile promossi dalle Nazioni Unite.
Cos'è l'inquinamento atmosferico?
L’inquinamento atmosferico è un insieme di piccole particelle, sostanze chimiche e gas, che vengono rilasciati nell’aria a seguito dei processi di combustione e delle attività dell’uomo.
Quest’ultimo può avere un impatto molto negativo sulla salute dell’uomo, delle specie animali e sull’ambiente in generale.
Basta pensare che l’attuale esposizione all’inquinamento atmosferico è identificata come il fattore di rischio ambientale più pericoloso per la salute umana a livello mondiale.
Le emissioni inquinanti, come abbiamo preannunciato, sono causate dalle attività antropogeniche, che costituiscono il motore del problema. A queste ultime si aggiungono le fonti di emissioni naturali preesistenti.
Lo sviluppo della società, quindi, incide sulle emissioni attraverso una molteplicità di fattori tra cui:
- crescente pressione demografica,
- industrializzazione;
- stili di vita.
L’interazione tra questi fattori sta cambiando nel corso del tempo, e assistiamo a un fenomeno che vede la riduzione dell’inquinamento nei Paesi più industrializzati, mentre in quelli in via di sviluppo si assiste a un problema di inquinamento con valori senza precedenti.
Per quanto riguarda le fonti di emissioni di particolato PM2,5 assistiamo a delle variazioni sostanziali in base alle aree del mondo. Nel dettaglio, nelle aree densamente popolate o industrializzate, la maggior parte del particolato è emesso da fonti antropiche.
Le fonti naturali quali polvere del suolo, sale marino e vegetazione, sono da riscontrarsi in luoghi come Asia, Africa, America Latina e Australia. Per esempio, nelle zone aride il particolato è ricavato dalla polvere del suolo.
Le attività umane possono contribuire indirettamente a queste emissioni naturali contribuendo alla desertificazione, oppure attraverso i cambiamenti dell’uso del suolo. Queste emissioni sfuggono al controllo su larga scala, poiché richiederebbero interventi di geoingegneria dedicati.
Puoi vedere l'inquinamento atmosferico?
L’inquinamento è un nemico invisibile: proprio per questo motivo è difficile da individuare. L’inquinamento atmosferico si compone di gas che includono CO2, o anidride carbonica, che intrappola il calore nell’atmosfera.
All’esterno possiamo avere percezione delle particelle nell’aria attraverso lo smog. Se abitiamo in una grande città, ci sarà capitato di vedere una sorta di fuliggine o polvere dispersa nell’aria. Quando lo smog è visibile a occhio nudo, allora significa che l’aria è molto pericolosa da respirare.
Tra gli altri inquinanti dell’aria ci sono elementi come il diossido di azoto e il particolato, che possono avere un impatto negativo sulla salute. L’OMS ha messo in evidenza come non ci siano livelli sicuri di particolato.
Seppure invisibile per la maggior parte del tempo, l’inquinamento dell’aria non può essere visto, ma ciò non impedisce di creare un danno.
Secondo i dati riportati da ANTER del rapporto dell’Agenzia dell’ambiente, il nostro Paese si conferma maglia nera per i decessi da Diossido di Azoto. Si stima che almeno 178 mila decessi – il 58% delle morti premature che sono registrate siano da ricondurre a questa causa.
La domanda è: queste morti erano evitabili? La risposta è insita nella capacità e nella volontà di tutti i Paesi Ue di rispettare gli standard dell’aria fissati dall’OMS.
Con l’avvento della pandemia, abbiamo assistito a un miglioramento della qualità dell’aria dovuta ai lockdown, ma ciò non basta.
Il rapporto sopracitato ci parla anche dei rischi connessi al particolato sottile, la PM2,5.L’Italia si posiziona all’interno dei Paesi dell’Unione al secondo posto per il numero di decessi che possono essere legati a queste emissioni.
Le politiche messe in atto finora sono insufficienti per affrontare il problema dell’inquinamento con un impatto decisivo. Basti pensare che l’attuale PNNR ha destinato una cifra irrisoria per le infrastrutture e per il trasporto pubblico, che rappresentano i due nodi fondamentali per risolvere il problema o quantomeno per limitarlo.
Da dove viene l'inquinamento dell'aria?
Secondo alcune ricerche, l’80% dell’inquinamento atmosferico è costituito da emissioni di biossido di azoto. Ciò avviene quotidianamente e sotto l’occhio di tutti attraverso l’uso dei mezzi di trasporto su strada.
Se consideriamo che la maggior parte del trasporto di merci e lavoratori avviene su gomma, non stupisce il fatto che proprio le grandi metropoli sono le più inquinate e soggette al problema dello smog.
La cementificazione selvaggia e costante, unita alla riduzione delle aree verdi in città, comporta un peggioramento progressivo della qualità dell’aria. In più, in alcune città si assiste a una certa indifferenza per la cura del verde, che porta spesso all’abbattimento di alberi infestati da parassiti: un caso rappresentativo è l’epidemia del 2010 causata dal punteruolo rosso, che ha distrutto buona parte delle palme in Italia.
Il problema dell’inquinamento dell’aria, quindi, si affianca anche a quello della destinazione di parti delle città di aree verdi che possano fungere da filtro per l’aria.
Proprio quest’azione filtro che gli alberi e le aree verdi svolgono è fondamentale per la lotta al cambiamento climatico. Ecco perché al giorno d’oggi, attraverso la bioedilizia, si ripensa all’integrazione del verde all’interno delle costruzioni. Un esempio è caratterizzato dai tetti verdi e dai tetti verdi fotovoltaici, che costituiscono un ripensamento della distribuzione degli spazi verdi integrando la problematica edile con quella ambientale ed energetica.
Al momento attuale, le analisi sul clima sono legate sempre al problema dell’energia e al ruolo giocato dalle politiche climatiche realizzate nei singoli Paesi. Sono scarsi gli studi che si occupano delle prospettive a lungo termine dell’inquinamento atmosferico, soprattutto dal punto di vista degli ecosistemi.
Tuttavia, proprio questi studi tengono conto di varie fonti che contribuiscono all’esposizione delle comunità all’inquinamento atmosferico. Fattori che possono influenzare la qualità dell’aria sono riscontrati nelle attività agricole, nella gestione dei rifiuti e nella movimentazione dei materiali.
In questi studi è evidente anche l’approccio olistico rispetto alla comprensione delle tendenze future legate alle emissioni di azoto, e il conseguente impatto che possono avere sulla salute e sull’ambiente.
Sono carenti anche gli studi che affrontano il problema dell’inquinamento su scala globale. Certo, si tratta di studi quanto mai complessi, ma che di conseguenza ci spingono a riflettere proprio sulle caratteristiche fisiche dell’inquinamento atmosferico.
Quest’ultimo è considerato, nella maggior parte delle occorrenze, come un problema di tipo locale o regionale, valutato sul breve termine. Un approccio comune al problema dell’inquinamento atmosferico si otterrebbe attraverso la valutazione del trasporto intercontinentale dell’inquinamento, di come questo influisce sul sistema sanitario e delle relazioni che intercorrono in materia di sforzi per limitare l’inquinamento atmosferico in correlazione ai Sustainable Development Goals (SDGs) proposti dalle Nazioni Unite.
Perché l'inquinamento dell'aria non fa bene all'ambiente?
L’inquinamento dell’aria ha un impatto devastante sull’ambiente. Le conseguenze, che si esplicano attraverso l’aumento dell’effetto serra e i cambiamenti climatici, tendono a inficiare la biodiversità distruggendo interi ecosistemi.
Non solo: limitando la sopravvivenza di alcune specie si spiana la strada agli agenti patogeni che si adattano a nuovi ospiti per garantire la loro proliferazione. Sottraendo spazi alla natura, si creano maggiori occasioni di contatto tra le specie animali e l’uomo, con la maggior probabilità di contrarre malattie.
La recente pandemia di Coronavirus, per esempio, secondo alcune teorie, è derivata proprio dal rapporto sbilanciato tra uomo e natura, che ha permesso al virus il salto di specie.
L’inquinamento dell’aria è anche responsabile del peggioramento di malattie respiratorie e cardiovascolari, che unite a stile di vita sedentari rappresentano una vera e propria piaga per la nostra società, causando un notevole numero di morti premature.
Perché bisogna agire ora sull'inquinamento?
Un’azione tempestiva sull’inquinamento è quanto mai necessaria per garantire maggiore sostenibilità e la sopravvivenza stessa della specie umana.
Avere un rapporto più rispettoso della natura ci assicurerà maggior benessere nel corso del tempo. In tal senso, l’ideologia che promuove uno sviluppo sostenibile mette in correlazione aspetti ambientali, sociali ed economici che consentono di creare benessere globale.
Diminuire l’inquinamento dell’aria non solo è un obiettivo presente nei SDG promossi dalle Nazioni Unite, ma un vero e proprio impegno che ogni Paese deve prendere seriamente per raggiungere le soglie di emissioni previste.
Ricordiamo infatti che la riduzione delle emissioni è fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici. L’effetto serra, infatti, deve essere contrastato per evitare che le temperature si innalzino, favorendo fenomeni devastanti dal punto di vista ambientale come:
- l’avanzamento della desertificazione;
- lo scioglimento dei ghiacciai;
- l’innalzamento delle acque del mare e degli oceani;
- la salinizzazione del suolo.
Agire sull’inquinamento atmosferico non significa soltanto ridurre l’inquinamento outdoor, ma anche mettere in atto delle strategie per la riduzione di quello indoor. Dobbiamo tener presente che la maggior parte del tempo la trascorriamo in ambienti chiusi: casa, ufficio, palestre, studi medici, supermercati e così via.
Anche l’aria che respiriamo negli ambienti interni potrebbe non essere così salubre come normalmente si pensa. A queste conclusioni è arrivata la ricerca condotta dall’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, promossa da ANTER, finanziata da NWG ENERGIA Società Benefit, che è stata pubblicata in tempi recenti sulla rivista scientifica internazionale Atmosphere .
In particolar modo, in casa si possono nascondere delle sostanze inquinanti, molto pericolose per la salute, in particolar modo di bambini e donne in gravidanza. Negli ultimi anni anche l’OMS e la comunità scientifica internazionale hanno dedicato una certa attenzione a questo tema.
Sotto la lente di ingrandimento è posta la problematica dell’impatto che le polveri aerodisperse possono avere sui bambini, una fascia di popolazione da considerare più vulnerabile.
Tale fragilità va attribuita a diversi motivi che possono essere riscontrati nell’anatomia, nei comportamenti e nello stile di vita, nonché nell’alto tasso di inalazione.
ANTER, Associazione Nazionale Tutela Energie Rinnovabili, è un’associazione no-profit che da sempre si occupa di tematiche legate alla qualità dell’aria che respiriamo.
La ricerca sperimentale è stata svolta in partnership con l’Università di Cassino e finanziata da NWG Energia Società Benefit.
La ricerca ha preso in esame un campione di 60 bambini di età compresa tra 8-12 anni i quali sono stati dotati di dispositivi atti al rilevamento delle particelle. La ricerca ha coinvolto tre città: Palermo, Roma e Salerno.
Tra i risultati emersi si evidenzia che tra le mura domestiche avviene la maggior parte dell’esposizione alle particelle ultrafini, ritenute le più pericolose. In particolar modo negli ambienti dove avviene la preparazione e la consumazione dei pasti.
Ad oggi non esistono leggi che ci aiutino a tutelare dall’inquinamento indoor. In particolar modo, è importante lavorare sullo stile di vita per ridurre l’inquinamento degli ambienti delle nostre case, per tutelare in particolar modo i bambini.
Questi ultimi sono i più esposti per via dell’immaturità del sistema immunitario ed hanno ripercussioni sul lungo termine.
Tra i rischi immediati ci sono la maggior frequenza di episodi asmatici, oppure di bronchite o polmoniti. Ma non solo: infatti, gli ambienti indoor particolarmente inquinati possono favorire malattie a carico dell’apparato cardiocircolatorio.
A lungo termine, secondo delle previsioni non ancora diventate evidenze scientifiche, si potrebbero presentare in età adulta malattie del neuro sviluppo, di tipo metabolico o neoplastiche.
Difendersi dall’inquinamento indoor richiede anzitutto la correzione dei propri stili di vita e di arieggiare costantemente i locali di casa. Ridurre le fonti di combustione è un’altra strategia che può aiutare a rendere l’aria più pulita.
I migliori consigli per ridurre l'inquinamento atmosferico
L’esposizione agli inquinanti, sia a livello outdoor che indoor, rappresenta un rischio concreto per la salute e il benessere della salute dell’uomo. In tal senso è necessario mettere in atto delle azioni concrete attraverso le quali è possibile fare la propria parte nella lotta all’inquinamento dell’aria.
Seguendo alcuni consigli è possibile, infatti, influenzare il comportamento delle persone che ci stanno accanto. Vediamo quali sono i consigli per diminuire l’inquinamento dell’aria outdoor.
Usa l’automobile il meno possibile o scegli formule di mobilità sostenibile
L’automobile è sicuramente una comodità: simbolo di autonomia e di libertà di movimento, rinunciarci a volte è proprio impossibile. Tuttavia, è possibile scegliere soluzioni di mobilità alternativa, come monopattini elettrici, bici elettriche o con pedalata assistita e altre soluzioni per la mobilità che possono aiutarci a limitare le emissioni pericolose per la nostra salute.
Potrebbe essere importante anche evitare di prendere la macchina in solitaria, spostandosi insieme a colleghi di lavoro o amici che hanno la sede nelle vicinanze per evitare di mettere in circolo più mezzi inquinanti nello stesso momento.
Influenza i consumi scegliendo le filiere brevi o a Km0
Sai quanto percorre un prodotto per arrivare sulla tua tavola? Scegliere prodotti con una filiera breve e sostenere i commercianti locali può essere una buona strategia per sensibilizzare anche i produttori della grande distribuzione.
Attenti alle mode del momento, in particolare quelle salutiste, che molto spesso cozzano con gli interessi dell’ambiente. Un esempio è rappresentato dalla coltivazione dell’avocado, che per le sue proprietà è particolarmente ricercato.
Tuttavia, proprio la realizzazione di coltivazioni intensive sta causando danni irreparabili all’ambiente. In Paesi leader nella produzione dell’avocado, come il Messico, abbiamo assistito a una vera e propria strage di ecosistemi forestali, più o meno legalizzata, per fare spazio proprio alla coltivazione di questo frutto.
Scegliere prodotti di stagione e del territorio è la soluzione migliore per non mettere sotto stress i produttori, e soprattutto, per avere cura dell’ambiente, è necessario capire che la salute non è legata solo a quello che mangiamo, ma anche a come viene prodotto e realizzato ciò che finisce nella nostra spesa.
Percorri i brevi tragitti a piedi o in bicicletta
Se si devono percorrere brevi distanze, è sempre meglio farlo a piedi. Anche i bambini devono abituarsi a camminare fin da piccoli. Ciò consentirà loro di acquisire un’abitudine importante che manterranno anche da adulti.
Anche i bambini, complice la pandemia, trascorrono sempre più tempo in luoghi chiusi tra casa e scuola, con uno stile di vita abbastanza sedentario. Ciò è causa anche di problematiche come obesità e sovrappeso. Camminare è un’abitudine che fa bene a noi e anche all’ambiente.
Fare la spesa in bici o con un mezzo ecologico ad oggi non è fantascienza, anzi può essere un buon modo per allungare i tragitti e fare anche un po’ di attività fisica.
Scegli un fornitore di energia che eroga energia rinnovabile
Scegliere un fornitore di energia che si approvvigiona da fonti rinnovabili può essere una buona soluzione per fare qualcosa di concreto per l’ambiente.
Sai se l’energia che illumina la tua casa concorre allo sviluppo delle energie rinnovabili? Sulla bolletta dovresti trovare la risposta a questa domanda. Potrai scegliere di sottoscrivere un contratto che ti permette di ottenere energia da fonti 100% rinnovabili.
I consumi domestici sono fondamentali per ridurre le emissioni di CO2.
Elimina gli sprechi: attenzione alle prestazioni della tua casa
Ogni edificio ha i suoi punti di forza e le sue criticità. L’edilizia si è evoluta, pertanto costruzioni meno recenti possono essere soggette a dispersioni termiche.
In tal senso, conoscere le prestazioni della propria casa è fondamentale per effettuare quelle migliorie che ti consentiranno non solo di risparmiare sui consumi di gas ed elettricità, utilizzati per il riscaldamento o il raffrescamento degli ambienti domestici, ma anche di incidere di meno sull’ambiente attraverso il contenimento delle emissioni.
Lavorare per valorizzare la propria casa dal punto di vista energetico non solo è un investimento per incrementare il valore del tuo immobile, ma ti consente di vivere in un ambiente più pulito.
Fotovoltaico per la produzione di energia pulita
Produrre energia pulita attraverso il fotovoltaico ti consentirà non solo di acquisire una certa autonomia dalla rete elettrica, ma anche di effettuare una scelta etica nei confronti dell’ambiente.
In più, abbinando il fotovoltaico a una tecnologia d’accumulo virtuale puoi aiutare il Paese a raggiungere gli obiettivi in merito alla produzione di energia da rinnovabile, maturare un credito energetico virtuale e limitare le emissioni di CO2.
Il fotovoltaico può essere collegato anche alla caldaia o a una pompa di calore per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti di casa. Con un sistema intelligente, gli impianti ibridi possono passare al tipo di tecnologia più conveniente in base al tipo necessità e stagione, offrendo un’ottimizzazione dei consumi.
Bruciare non è un buon modo di smaltire i rifiuti
La combustione favorisce la produzione di particolato e di emissioni nocive. Certo, in base al tipo di materiale bruciato si possono ottenere sostanze dal grado di pericolosità crescente.
Bisogna evitare di bruciare gli scarti della pulizia del giardino, come foglie secche o rami in autonomia. Questa pratica può essere non solo pericolosa, ma anche nociva per l’ambiente.
Inoltre, qualsiasi tipo di rifiuto non va mai bruciato all’aria. In particolare, nel caso di solventi, plastica e gomme, possono liberarsi nell’atmosfera diossine e altre particelle cancerogene per la salute nostra e degli animali.
L’importanza di un angolo verde: piantare più alberi
Tutelare il verde cittadino e promuovere la creazione di aree verdi nel proprio quartiere è importante per fare in modo che si accresca la consapevolezza sull’importanza che le piante hanno nell’ambito del nostro benessere.
Non sempre, a livello locale, assistiamo alla cura del verde pubblico: è quanto mai importante richiedere la piantumazione di piante, dove possibile, per aumentare le aree verdi in città, così da compensare le emissioni di anidride carbonica.
Anche sul nostro balcone, terrazzo o giardino, possiamo creare delle soluzioni di verde con una valenza ornamentale e che rende l’ambiente più pulito. Dai giardini pensili ai tetti verdi, fino agli orti cittadini, sono tantissime le idee per dare alle proprie città un volto più green.
Scegliere prodotti dal ciclo di vita circolare
Limitare gli acquisti solo a ciò che è necessario è un’altra strategia che ci consente di influenzare le aziende e le loro politiche.
In più scegliere prodotti riciclabili, riparabili e riutilizzabili è sempre più importante per il reperimento di materie prime, che non devono essere estratte, ma semplicemente raccolte e lavorate per dare vita a nuovi prodotti.
Attenzione va posta a ogni aspetto del prodotto, dal packaging fino alla sua composizione per limitare le emissioni dovute alla sua produzione, al suo trasporto e alla sua distribuzione.
Come combattere l’inquinamento indoor
Come abbiamo detto prima, il problema dell’inquinamento non riguarda solo gli ambienti outdoor, dove probabilmente trascorriamo la minor parte della nostra giornata, ma anche in quelli indoor.
Non fumare negli ambienti chiusi
Il fumo di sigaretta è uno degli inquinanti più pericolosi per la nostra salute. Inoltre, il fumo è particolarmente dannoso per i bambini e per le donne in gravidanza, perché può influire sullo sviluppo del feto. Il fumo passivo, infatti, può essere comunque dannoso.
Se negli ambienti pubblici ci sono divieti specifici, non sempre questi ultimi sono rispettati alla lettera. Inoltre, se non sono presenti dei sistemi di filtraggio adeguati, il fumo di sigaretta può essere la causa di inquinamento principale degli ambienti indoor.
Arieggiare le stanze più volte al giorno
È un’azione che ha un’importanza fondamentale: arieggiare costantemente la casa ci consente di alleggerire l’ambiente, disperdendo i cattivi odori dovuti alle attività domestiche.
Candele e incensi, se da un lato possono avere un risvolto positivo in termini di sensazione di benessere, hanno una combustione che può mettere in circolo sostanze che una volta inalate possono creare fastidio alle vie respiratorie.
Attenzione alla scelta dei prodotti per la cura della casa
Scegliere prodotti con etichettatura che ne attestano la sicurezza, di origine biologica o con ingredienti green ci consente di ottenere un ambiente pulito e allo stesso tempo sicuro. Bisogna prevenire la proliferazione di composti organici volatili.
Utilizzare sistemi a vapore per la sanificazione, oppure acqua calda per la pulizia, ci consentirà di ottenere un ambiente indoor più pulito senza correre il rischio di disperdere nell’aria sostanze dannose per l’uomo, per l’ambiente e anche per i nostri animali domestici.
Attenzione alle attività di bricolage e fai da te
L’uso di colle e solventi può favorire la dispersione nell’aria di sostanze dannose per il nostro organismo.
Se decidiamo di effettuare dei lavori di ristrutturazione come la pitturazione delle camere della nostra casa, dobbiamo stare attenti a scegliere un prodotto a base d’acqua e non di solventi.
Inoltre, se svolgiamo delle attività con vernici o colle, è consigliabile farlo all’aperto, con finestre spalancate o sul balcone, così da evitare di inquinare l’ambiente interno.
In conclusione, la lotta all’inquinamento atmosferico va combattuta su più fronti: attraverso politiche che tengano conto della necessità di tutelare il Pianeta, con un quadro normativo aggiornato per contrastare efficacemente l’inquinamento indoor e outdoor, e con i comportamenti individuali, che consentono a ciascuna persona di fare la propria parte attraverso scelte consapevoli.