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Eco-ansia: cosa comporta e come fare per aver meno paura

eco-ansia

Le preoccupazioni sul destino del pianeta a causa della crisi climatica possono sfociare in veri e propri disturbi psicologici, mettendo a rischio la salute mentale delle persone più vulnerabili. Si tratta di un problema serio chiamato eco-ansia o ansia climatica, un disturbo che colpisce soprattutto le giovani generazioni.

L’eco-ansia è oggetto di studio da diversi anni da parte della comunità scientifica, in quanto colpisce un numero sempre più elevato di persone e può incidere profondamente sul benessere psicologico degli individui. Scopriamo che cos’è esattamente questo malessere, quali sono i sintomi e come affrontare l’eco-ansia.

Che cos’è l’eco-ansia

Secondo la definizione data dall’Oxford Dictionary, l’eco-anxiety è la preoccupazione per le minacce che mettono a rischio l’ambiente, come il cambiamento climatico e l’inquinamento. Nella letteratura scientifica, l’eco-ansia viene definita come la sensazione generalizzata dell’imminente crollo dei pilastri ecologici dell’esistenza, ossia il timore che l’ambiente in cui viviamo sia in procinto di cambiare in modo irreversibile.

Ad oggi l’eco-ansia non è ancora riconosciuta come una condizione medica, infatti non si tratta ufficialmente di un disturbo d’ansia. Tuttavia, questa condizione viene inquadrata come una reazione alla grave crisi ecologica del tutto comprensibile, specialmente tra i giovani, in quanto sono quelli che dovranno affrontare le conseguenze ambientali causate dalle generazioni precedenti.

D’altronde, gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti e reali, studiati a livello internazionale attraverso appositi indicatori. Ma basta osservare una serie di fenomeni come l’aumento dei periodi di siccità estrema, di eventi meteorologici violenti e il costante incremento della temperatura globale a causa delle emissioni di gas ad effetto serra.

Negli ultimi anni la maggiore attenzione nei confronti della questione ambientale ha permesso di ottenere dei risultati importanti, come l’Accordo di Parigi per contenere l’aumento della temperatura terrestre entro 1,5°C, il programma Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e il Green Deal europeo per la neutralità climatica.

Allo stesso tempo, questa consapevolezza ha provocato anche una maggiore fragilità emotiva nei confronti del futuro incerto del pianeta. Oggi, i giovani sanno bene che dovranno affrontare le conseguenze di decenni di inquinamento, vivendo in un mondo diverso rispetto a quello dei loro genitori e impegnandosi a trovare delle soluzioni ai problemi ambientali che interessano ogni aspetto dell’esistenza.

Eco-ansia: ecco i sintomi e come affrontarla

Cosa significa solastalgia

Una condizione legata all’eco-ansia è la solastalgia, un neologismo ideato dal filosofo australiano Glenn Albrecht come combinazione dei termini solacium (dal latino conforto) e algia (dal greco dolore). In pratica, la solastalgia si riferisce a una condizione di nostalgia del conforto ambientale, ovvero una sensazione di malessere dovuta alla violazione e alla distruzione dell’ambiente in cui viviamo.

Secondo Albrecht, si tratta di uno stato emotivo che assale le persone a causa del cambiamento del luogo in cui si trovano, una trasformazione vista come irreparabile che sta cambiando in modo negativo l’ambiente circostante. Albrecht, infatti, coniò questo neologismo per descrivere gli effetti psicologi sugli abitanti della Upper Hunter Valley in merito all’estrazione del carbone nella zona.

I mutamenti climatici, infatti, non provocano soltanto un danno ambientale ed economico, ma comportano anche degli effetti sul benessere psicologico delle persone, soprattutto quelle che sono colpite direttamente dal cambiamento climatico e dalla violazione dell’ambiente. Questi eventi e fenomeni possono causare una serie di disturbi, come depressione, ansia, stress e rabbia.

Le persone più a rischio di malesseri psicologici come la solastalgia sono i bambini, gli anziani, le comunità agricole e tribali, chi vive in zone di rischio ambientale, gli individui più poveri e gli abitanti di aree disagiate o che stanno già subendo gli effetti dei cambiamenti ambientali.

salute del mondo

Alcuni dati sull’eco-ansia internazionale

È difficile quantificare l’eco-ansia e altri disturbi psicologici legati alla crisi ambientale, infatti la comunità scientifica ha iniziato ad occuparsi di questo tipo di problemi soltanto negli ultimi anni. Secondo un report di Climate for Health, ecoAmerica, American Psychological Association e APHA, il 54% degli adulti e il 45% dei bambini soffrono di depressione dopo un disastro naturale.

Uno studio di Avaaz, un’organizzazione internazionale non governativa, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Planetary Health, ha analizzato l’eco-ansia tra i giovani con età da 16 a 25 anni che vivono in Brasile, Australia, Finlandia, Filippine, India, Francia, Portogallo, Nigeria, Stati Uniti e Regno Unito.

Secondo questo studio, il 75% dei giovani è spaventato per il futuro, mentre addirittura l’84% si dichiara moderatamente o estremamente preoccupato dall’impatto dei cambiamenti climatici. Inoltre, il 45% dei giovani ritiene che tali preoccupazioni abbiano un effetto negativo sulla loro quotidianità, mentre il 50% prova sensazioni come rabbia, tristezza, senso di colpevolezza e impotenza.

Quali sono i sintomi dell’eco-ansia

Secondo il professor Giampaolo Perna di Humanitas University, responsabile del Centro di Medicina Personalizzata sui Disturbi d’Ansia e di Panico di Humanitas San Pio X, esistono alcune condizioni che aumentano il rischio di eco-ansia, tra cui:

  • giovane età;
  • esposizione mediatica elevata;
  • impegno diretto nella crisi ambientale;
  • lavoro nell’ambito della sostenibilità ambientale.

Per quanto riguarda i sintomi dell’eco-ansia, invece, è possibile distinguere alcune condizioni comuni tra chi soffre di preoccupazioni legate al futuro dell’ambiente:

  • ansia;
  • nervosismo;
  • solastalgia;
  • insonnia;
  • difficoltà a concentrarsi nello studio o nel lavoro;
  • propensione a prendere decisioni sulla propria vita legate alla sostenibilità, anche radicali.

Come affrontare l’eco-ansia: rimedi e soluzioni

Combattere l’ansia climatica non è semplice, tuttavia non sempre si tratta di una condizione negativa. In alcune circostanze l’eco-ansia, se non eccessiva, permette di aumentare la consapevolezza sull’importanza della sostenibilità ambientale, per non rimanere indifferenti di fronte al cambiamento climatico e impegnarsi attivamente per la salvaguardia del pianeta.

Tuttavia, in alcuni casi i sintomi dell’eco-ansia possono diventare insostenibili, causando una serie di problemi di tipo psicologico, sociale e perfino professionale. Questa condizione mentale può portare ad esempio a scegliere di non avere figli perché ritenuto non sostenibile per le risorse del pianeta, ridurre le performance sul lavoro, alterare i rapporti familiari e compromettere la propria salute a causa di ansia, depressione e stress.

Nella maggior parte dei casi è possibile migliorare il proprio benessere psicologici attraverso uno stile di vita più green, prestando maggiore attenzione agli effetti delle proprie scelte sull’ambiente. Altrimenti è necessario comunicare questa condizione a amici e familiari, diminuire l’esposizione mediatica alle tematiche ambientali e valutare di rivolgersi a uno psicologo per ottenere un supporto adeguato.

L’impegno nella sostenibilità ambientale di NWG Energia

Noi di NWG Energia non solo mettiamo a disposizione servizi e soluzioni per aiutare il pianeta e chi desidera ridurre la propria impronta carbonica, come le nostre offerte luce 100% green con energia elettrica prodotta solo da fonti rinnovabili, ma siamo anche impegnati direttamente nella sostenibilità ambientale.

In particolare, siamo una Società Benefit che persegue non solo uno scopo di lucro, ma anche il conseguimento di benefici comuni per la società, l’economia e l’ambiente. La nostra vision, infatti, è anteporre il bene del pianeta e delle persone al business.

Inoltre, siamo un’azienda certificata B Corp Carbon Neutral dal 2021, con un forte impegno nel raggiungimento dell’obiettivo Net Zero 2030, attraverso progetti di sostenibilità concreti e verificabili in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.