In molti continuano a domandarsi come mai anche le forniture di energia rinnovabile stiano seguendo gli aumenti legati al prezzo del gas. In questo articolo spiegheremo perché il costo dell’energia rinnovabile dipende anche dal costo del gas e quali possono essere le soluzioni nel breve e nel lungo periodo per evitarlo.
Perché il costo del gas influenza le rinnovabili?
Innanzitutto, partiamo con il dire che il prezzo dell’energia elettrica è strettamente legato al prezzo del gas, poiché oltre la metà dell’energia elettrica nazionale si produce nelle centrali a gas, dunque ne è influenzato pesantemente.
Ma perché questo accade? Questo succede perché tutta l’energia elettrica viene acquistata in un sistema chiamato “borsa elettrica” italiana, che a sua volta viene influenzato dal mercato del gas, denominato TTF (Title Transfer Facility), ossia il mercato all’ingrosso del gas naturale con sede nei Paesi Bassi, tra i più grandi e liquidi dell’Europa continentale.
Il prezzo finale dell’energia elettrica venduta dai produttori ai distributori, dunque, non dipende dalla fonte usata per ottenerla, ma in ogni momento è lo stesso per tutti in una determinata zona geografica.
Abbiamo spiegato il motivo per cui oltre metà dell’energia elettrica è influenzata dal prezzo del gas, ma perché gli aumenti riguardano tutta l’energia venduta in Italia? Dipende dal meccanismo del prezzo marginale.
Quanto costa l’energia rinnovabile?
Per determinare quanto costa l’energia elettrica da fonti rinnovabili bisogna comprendere il sistema del prezzo marginale.
In pratica, qualsiasi produttore offre sul mercato ad un certo prezzo la propria energia, tuttavia non vende al prezzo da lui stabilito ma al prezzo dell’ultima azienda presa in considerazione che stabilisce il prezzo per tutta l’energia.
Ma come viene determinato questo prezzo, il cosiddetto PUN (Prezzo Unico Nazionale)?
Questo costo viene stabilito dall’ultima offerta, quella marginale, ossia l’offerta più alta. Dunque, tutti i produttori, anche quelli specializzati nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili come l’energia solare, eolica e idroelettrica, devono vendere allo stesso prezzo.
Questo meccanismo permette di comprendere perché stia aumentando il costo dell’energia elettrica con l’incremento del prezzo del gas.
Se aumenta l’ultimo prezzo, che attualmente è sempre quello dell’energia elettrica prodotta dal gas nelle centrali termoelettriche, una soluzione ancora indispensabile per soddisfare tutta la domanda nazionale di energia elettrica, aumenta il costo di tutta l’energia acquistata e immessa sul mercato, rinnovabile o non.
I costi di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
Il meccanismo di prezzo marginale, che oggi presenta sicuramente degli aspetti negativi, in origine ha permesso la diffusione delle rinnovabili, perché evitava la concorrenza di fonti di energia molto più economiche come il carbone.
Senza questa garanzia, infatti, la conversione delle centrali alimentate a combustibili fossili in impianti di produzione di rinnovabili sarebbe stata frenata dal timore di dover vendere energia pulita a prezzi troppo bassi, rischiando di non rientrare dell’investimento.
L’idea iniziale, dunque, era di agevolare la diffusione delle rinnovabili legandole al prezzo di tutta l’energia. Secondo il parere di molti esperti di settore, probabilmente è arrivato il momento di rivedere questo modello.
Questo perché una singola materia prima (il gas nello specifico) ha preso il sopravvento sull’intero mercato energetico per cause geopolitiche. Attualmente, il ranking del costo di produzione di energia dal più basso al più alto è:
- Solare;
- Idroelettrico;
- Eolico;
- Carbone;
- Nucleare;
- Centrali a gas.
In pratica, oggi il costo di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili è più basso rispetto al costo necessario per produrre elettricità da fonti fossili.
Questo significa che il sistema del prezzo marginale, inizialmente introdotto per favorire la diffusione delle rinnovabili garantendo un compenso più elevato ai produttori, oggi sta favorendo le energie fossili come il gas e danneggiando invece le energie rinnovabili.
Energia rinnovabile: qual è la situazione in Italia?
L’Italia è dipendente dall’estero per oltre il 60-70% dell’energia consumata, più di tre quarti della domanda di energia è stata coperta da importazioni dall’estero di combustibili fossili (petrolio, gas e carbone), mentre meno di un quarto dell’energia elettrica dalla produzione nazionale (principalmente rinnovabili).
La maggior parte delle bollette italiane, dunque, è influenzata dagli sbalzi dovuti al mercato estero e dalla situazione geopolitica.
Allora, perché passare alle rinnovabili? Come abbiamo già approfondito nell’articolo sulla transizione energetica, la scelta di coprire il fabbisogno con energia proveniente da fonti 100% rinnovabili ha lo scopo di far aumentare la domanda di energia verde e spingerne la produzione a livello europeo, per sostenere la diffusione delle rinnovabili su larga scala.
Tuttavia, non è detto che un KILOWATTORA acquistato in Italia sia effettivamente di rinnovabile, sarà più probabilmente di gas, ma spingerà le centrali a produrre un KILOWATTORA aggiuntivo di energia verde che verrà reimmesso sul mercato al posto di uno proveniente da fonti fossili.
Le aziende che distribuiscono energia rinnovabile, infatti, forniscono ai clienti una certificazione (Garanzia di Origine, GO) che attesta l’origine dei MWh venduti come rinnovabili.
Quando l’utente acquista elettricità verde garantita dalla GO, in realtà in casa continua ad arrivare la stessa elettricità di prima, in Italia per il 65% proveniente da fonti fossili e dall’energia nucleare importata dall’estero.
La Garanzia di Origine, non garantisce che l’energia elettrica utilizzata provenga da fonti rinnovabili, ma assicura che da qualche parte in Europa qualcuno ha prodotto un’identica quantità di energia verde.
Questo meccanismo, a lungo andare, porterà all’indipendenza dalle fonti fossili e dalla loro variabilità, che come vediamo stanno influenzando i costi dell’energia rinnovabile.
Le soluzioni contro l’aumento del costo dell’energia rinnovabile
Il caro energia ha spinto il governo a introdurre misure di mitigazione dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, analoghe agli interventi realizzati nel precedente trimestre, con l’obiettivo di attenuarne il peso sulle bollette. Ma cosa possiamo fare noi nell’immediato?
Il primo consiglio è sicuramente quello di adottare uno stile di vita più sostenibile, limitando al massimo gli sprechi energetici in ambito domestico e ottimizzando il più possibile i consumi, ad esempio seguendo i consigli presenti in questo approfondimento sulle fasce di consumo.
Un’altra soluzione è l’autoproduzione di energia elettrica, grazie all’installazione di pannelli solari fotovoltaici con o senza batterie di accumulo.
Bisogna anche sfruttare le promozioni delle compagnie energetiche, ovvero le offerte che i fornitori mettono a disposizione dei propri clienti per aiutarli a contenere gli aumenti.
Si tratta di iniziative come la promozione Influencer Green di NWG Energia, che grazie al semplice passaparola permette di ottenere sconti sempre maggiori fino ad azzerare la propria bolletta della luce, con benefici legati anche alle persone che diventando clienti di NWG Energia presentate dai propri amici.
Tra le soluzioni a lungo termine, invece, c’è l’accelerazione della transizione energetica verso le rinnovabili, un processo che permetterebbe di avere un’indipendenza energetica maggiore dalle FONTI ENERGETICHE estere e dalla loro volatilità.
Tuttavia, la transizione energetica non basta, infatti ci sarà sempre una quota di energia prodotta da fonti fossili.
Tra i possibili interventi per cercare di ridurre gli effetti dell’aumento del prezzo del gas sui privati e sulle aziende, viene spesso citata la riforma del mercato dell’energia a livello europeo che “disaccoppi” il costo del gas da quello dell’elettricità.
Abbiamo già parlato dei limiti attuali del meccanismo del prezzo marginale, infatti a livello europeo si stanno studiando soluzioni che sgancino il costo dell’energia elettrica e quello del gas, per consentire una più corretta attribuzione del costo dell’energia in base alla fonte di produzione.
Questa soluzione permetterebbe ad ogni fornitore di ottenere un compenso in base ai costi di produzione, dunque potrebbe consentire di vendere ai consumatori finali l’energia rinnovabile a prezzi più bassi con contratti più vantaggiosi.